Ebbene
sì! in pieno stile IF...ci diamo (anche) all'agricoltura.
Io,
Chiara, ho avuto la sfortuna (o forse no) di veder diventare mio
marito disoccupato e da qui la decisione di iniziare a coltivare la
terra, di provare a combinare qualcosa con due terrazzine, incolte da
anni, gentilmente concessaci dai miei che in campagna ci vivono.
Ed
ecco che io e il mio maritozzo impavido, Diego, ci armiamo di
zappetta, guanti, carriola, e soprattutto vanga e rastrello e
iniziamo a preparare l'orto.
Siccome
a noi se non è complicata non ci piace, non abbiamo voluto preparare
l'orto tradizionale, ma bensì l'orto sinergico.
Per
capire cosa fosse e come funzionasse oltre che la vanga mi sono
comprata anche un paio di libri, ho dovuto praticamente "studiare"
e quindi disimparare le nozioni agricole che ormai ci accompagnano da
decenni.
Sì
perchè l'orto sinergico, se lo racconti a un contadino, ti fa
passare per pazza.
L'orto
sinergico è un orto che va lasciato in pace, si lavora per
così dire da solo.
E' un
orto che, una volta preparato secondo le regole che vi dicevo ho
dovuto studiare per bene, poi non va più rivangato o fertilizzato.
Roba da far accapponare la pelle al contadino più esperto!
Le
regole dell'orto:
- la
terra deve respirare, quindi non va compattata mai, nè camminandoci
sopra nè arandola.
Abbiamo
pertanto prima dissodato il terreno, poi con il rastrello abbiamo
rotto tutte le zolle e tolto tutte le radici che trovavamo, quindi
con la vanga abbiamo fatto dei mucchi di terra lunghi circa 5 metri,
larghi 1,20m, e alti più o meno fino alle ginocchia, con dei
corridoi laterali su cui ci spostiamo per non calpestare mai in
alcuna maniera la terra, che così si mantiene bella ariosa.
Sul
mucchio, che si chiama bancale, abbiamo poi disposto il sistema di
tubi per l'irrigazione a goccia, e quindi coperto il tutto con della
paglia, che si chiama pacciame e che serve per preservare l'umidità
del terreno e proteggerlo fisicamente, anche dai fattori atmosferici.
- le
piante o i semini possono essere a questo punto messe a dimora
nell'orto, tenendo conto dell'epoca adatta alla loro crescita, per
esempio noi adesso abbiamo piantato le bietole, le cicorie, i cavoli
e non i pomodori.
- la
terra si autofertilizza e si sostiene; le piante non vanno mai
sradicate, ma tagliate alla base, in modo tale che le radici possano
o rigermogliare o marcire e quindi fare da fertilizzante e
contribuire anche all'ariosità dell'orto. In teoria l'orto non
andrebbe fertilizzato mai, noi però siccome la terra era molto
brulla e argillosa abbiamo sparso come concime la cacca dei polli e
delle galline di papà.
-
l'orto è un giardino, un bosco, un suolo fertile ricco di vita, di
biodiversità. e di materia organica, in cui si mettono vicine piante
appartenenti a famiglie diverse che si aiuteranno arricchendo
vicendevolmente il terreno e si proteggeranno. In ogni bancale non
devono mai mancare:
- cipolle, agli e simili perchè protettive,
- leguminose (piselli, fave, fagioli...) perchè arricchiscono il terreno di azoto,
- i fiori tipo le calendule e piantine aromatiche, come il timo o la salvia, perchè proteggono da malattie e insetti novici e attirano gli insetti impollinatori.
Abbiamo
sposato appieno questi nuovi concetti che devo dire sono molto in
stile IF..., abbiamo fatto una gran fatica e delle grandi sudate, ma
veder crescere le insalatine, i cavoli, le bietole...è una gran
bella soddisfazione!
Vi
terremo aggiornati sull'evoluzione del nostro ecosistema orto...
a presto!
Chiara