sabato 20 settembre 2014

DIAMOCI ALL'AGRICOLTURA!


Ebbene sì! in pieno stile IF...ci diamo (anche) all'agricoltura. 
Io, Chiara, ho avuto la sfortuna (o forse no) di veder diventare mio marito disoccupato e da qui la decisione di iniziare a coltivare la terra, di provare a combinare qualcosa con due terrazzine, incolte da anni, gentilmente concessaci dai miei che in campagna ci vivono.
Ed ecco che io e il mio maritozzo impavido, Diego, ci armiamo di zappetta, guanti, carriola, e soprattutto vanga e rastrello e iniziamo a preparare l'orto.
Siccome a noi se non è complicata non ci piace, non abbiamo voluto preparare l'orto tradizionale, ma bensì l'orto sinergico.
Per capire cosa fosse e come funzionasse oltre che la vanga mi sono comprata anche un paio di libri, ho dovuto praticamente "studiare" e quindi disimparare le nozioni agricole che ormai ci accompagnano da decenni.
Sì perchè l'orto sinergico, se lo racconti a un contadino, ti fa passare per pazza.
L'orto sinergico è un orto che va lasciato in pace, si lavora per così dire da solo.
E' un orto che, una volta preparato secondo le regole che vi dicevo ho dovuto studiare per bene, poi non va più rivangato o fertilizzato. Roba da far accapponare la pelle al contadino più esperto!
Le regole dell'orto:
- la terra deve respirare, quindi non va compattata mai, nè camminandoci sopra nè arandola.
Abbiamo pertanto prima dissodato il terreno, poi con il rastrello abbiamo rotto tutte le zolle e tolto tutte le radici che trovavamo, quindi con la vanga abbiamo fatto dei mucchi di terra lunghi circa 5 metri, larghi 1,20m, e alti più o meno fino alle ginocchia, con dei corridoi laterali su cui ci spostiamo per non calpestare mai in alcuna maniera la terra, che così si mantiene bella ariosa.
Sul mucchio, che si chiama bancale, abbiamo poi disposto il sistema di tubi per l'irrigazione a goccia, e quindi coperto il tutto con della paglia, che si chiama pacciame e che serve per preservare l'umidità del terreno e proteggerlo fisicamente, anche dai fattori atmosferici.
- le piante o i semini possono essere a questo punto messe a dimora nell'orto, tenendo conto dell'epoca adatta alla loro crescita, per esempio noi adesso abbiamo piantato le bietole, le cicorie, i cavoli e non i pomodori.
- la terra si autofertilizza e si sostiene; le piante non vanno mai sradicate, ma tagliate alla base, in modo tale che le radici possano o rigermogliare o marcire e quindi fare da fertilizzante e contribuire anche all'ariosità dell'orto. In teoria l'orto non andrebbe fertilizzato mai, noi però siccome la terra era molto brulla e argillosa abbiamo sparso come concime la cacca dei polli e delle galline di papà.
- l'orto è un giardino, un bosco, un suolo fertile ricco di vita, di biodiversità. e di materia organica, in cui si mettono vicine piante appartenenti a famiglie diverse che si aiuteranno arricchendo vicendevolmente il terreno e si proteggeranno. In ogni bancale non devono mai mancare:
  • cipolle, agli e simili perchè protettive,
  • leguminose (piselli, fave, fagioli...) perchè arricchiscono il terreno di azoto,
  • i fiori tipo le calendule e piantine aromatiche, come il timo o la salvia, perchè proteggono da malattie e insetti novici e attirano gli insetti impollinatori.

Abbiamo sposato appieno questi nuovi concetti che devo dire sono molto in stile IF..., abbiamo fatto una gran fatica e delle grandi sudate, ma veder crescere le insalatine, i cavoli, le bietole...è una gran bella soddisfazione!
Vi terremo aggiornati sull'evoluzione del nostro ecosistema orto...






a presto!

Chiara